Chi era Peppino Impastato, morto 36 anni fa
Peppino Impastato.
Giuseppe Impastato, detto Peppino, è stato un giornalista e un attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, a Cinisi per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato.
Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida.
La stampa, le forze dell’ordine e la magistratura parlano di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio.
Nel maggio del 1984 l’ufficio istruzione del tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto
Nel maggio del 1992 il tribunale di Palermo decise l’archiviazione del caso, pur riconoscendo la matrice mafiosa del delitto, escluse la possibilità di individuare i colpevoli.
La riapertura del caso. Nel 1994 il Centro di documentazione dedicato a Peppino Impastato presentò la richiesta di riapertura del caso, accompagnata da una petizione popolare. Nell’istanza si chiedeva di interrogare sul delitto Impastato il nuovo collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi.
Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni del pentito Salvatore Palazzolo, Badalamenti fu indicato come il mandante dell’omicidio insieme al suo braccio destro Vito Palazzolo e l’inchiesta fu formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 fu emesso un ordine di arresto per Badalamenti, accusato di essere il mandante del delitto.
Il 5 marzo 2001 la corte d’assise di Palermo condannò Vito Palazzolo a 30 anni di carcere per l’omicidio di Giuseppe Impastato. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti fu condannato all’ergastolo per essere il mandante di quell’omicidio. Palazzolo e Badalamenti sono morti in carcere.
Chi era Peppino Impastato. Giuseppe Impastato era nato in una famiglia mafiosa, ma fin da ragazzo aveva preso le distanze dai comportamenti mafiosi del suo entourage e aveva provato a denunciare il potere delle cosche e il clima di omertà e di impunità del suo paese. Per questo motivo fu cacciato di casa dal padre fin da ragazzo.
Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci, nel 1975 Impastato fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi di Cinisi. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile.
Nel 1977 Impastato con la sua cerchia di amici fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut prendeva in giro la mafia e i politici locali. Impastato conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante.
Il 9 maggio di quest’anno nella casa confiscata al boss Tano Badalamenti a Cinisi sono cominciate le trasmissioni di Radio cento passi, ispirata all’esperienza di Radio Aut. All’inaugurazione hanno partecipato il fratello Giovanni Impastato e i vecchi amici di Peppino: Faro Di Maggio e Salvo Vitale.
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