venerdì 26 dicembre 2014

OPERAI CONTRO: ASSOCIAZIONE PER LA LIBERAZIONE DEGLI OPERAI

Operai allo sbando, padroni soddisfatti Chi è in realtà Renzi? All’inizio della crisi i governi e i loro capi, giocavano ad introdurre sacrifici che dovevano pesare equamente su tutte le […]




Operai allo sbando, padroni soddisfatti
Chi è in realtà Renzi?
All’inizio della crisi i governi e i loro capi, giocavano ad introdurre sacrifici che dovevano pesare
equamente su tutte le classi sociali.
Il vento è cambiato, oggi la grande crisi costringe Renzi ad agire chiaro, per questo personaggio
sono i padroni grandi e piccoli dell’industria e dei servizi ad essere i motori della ripresa e per loro
bisogna sacrificare tutte la società e prima di tutti gli operai.
Il messaggio è chiaro “se riprendono i profitti riprende l’economia, costi quel che costi”, ed allora le
scelte conseguenti sono state prendere sottobraccio Marchionne e mettere sotto torchio gli operai.
Ma la crisi peggiorerà.
Renzi oltre ad essere un cialtrone si manifesta oggi come rappresentante politico più accreditato dai
padroni, un burattino nelle loro mani.
Il bonus
Sulla questione espandere i consumi per superare la crisi, la montagna ha partorito un topolino
demagogico: gli 80 euro. I salari degli schiavi sono miserabili ed invece di imporre ai loro diretti
padroni un aumento salariale, Renzi e i suoi scagnozzi hanno trovato una nuova soluzione: sia lo
Stato a dare un po’ di soldi. Renzi si è comprato i voti, gli operai hanno avuto le briciole i padroni
non hanno tirato fuori un euro.
L’articolo 18
Il capo del governo ha avuto la sfrontatezza di invocare contro l’articolo 18 la libertà dei
licenziamenti individuali: sono ancora i padroni nella crisi che hanno usato il burattino. Il più intimo
desiderio di chi comanda sul lavoro è buttar fuori dalle fabbriche chi resiste, chi si oppone alle
pesanti condizioni di lavoro, chi rivendica aumenti salariali. Il padrone sa quanto sia pericoloso in
particolare oggi, per il suo regime di fabbrica anche un solo operaio ribelle, anche un solo suddito
che non accetta supinamente il volere del despota, va eliminato e il cialtrone lavora per dare questa
possibilità.
Meno tasse a chi?
Con la legge di stabilità il cerchio si chiude. Quella che si chiama riduzione delle tasse è nient’altro
che denaro fresco che dai redditi della società, passa al capitale che sfrutta il lavoro. Come questi
soldi verranno recuperati non è un mistero: aumenteranno i prezzi dei servizi, diminuiranno salari e
stipendi. I padroni soddisfatti realizzano il loro sogno, ottenere soldi dallo Stato per ripianare i
bilanci, grazie al giovane Renzi.
Il Pd, il partito della Confindustria
Niente di terribile, la grande crisi spinge le classi e i partiti a parlare chiaro e palesarsi per quello
che sono e rappresentano. Renzi è il capo del Pd. Il Pd è stato il partito che per anni ha raccontato di
essere dalla parte di chi lavora. Renzi ha finalmente lacerato tutte le ambiguità, le vecchie parole: il
Pd è oggi chiaramente il partito del capitalismo che sfrutta gli operai. L’opposizione interna è
insignificante e la vicenda dell’articolo 18 ne è la dimostrazione. La collocazione chiara senza
mezzi termini del Pd ha svuotato le stesse opposizioni di “sinistra”. Hanno giocato troppo con
l’unità col Pd ed ora non sanno che pesci prendere.
Sindacato senza padrini
Il sindacato ha perso i padrini politici. Renzi gli ha scaricati malamente, proprio loro che hanno
contribuito a tenere a bada gli operai, cedendo passo dopo passo con il consenso su tutti i fronti.Lo stesso Landini grida per televisione dai palchi dei comizi contro l’attentato all’articolo 18, non
convince né i suoi funzionari, abituati a firmare qualunque accordo di licenziamenti collettivi, né gli
operai che questi accordi a perdere hanno dovuto subire.
Gli operai sono sbandati
Resistiamo fabbrica per fabbrica ai licenziamenti qua e la, accenniamo a qualche ribellione ma la
concertazione, le processioni, le illusioni ci hanno tolto ogni forza collettiva. Mentre il Parlamento
decide sulla nostra pelle noi aspettiamo che si svegli la Camusso: poveri noi. Invece è proprio il
tempo della ribellione, senza aspettare nessuno, fidandoci delle nostre forze.
La modernità parla chiaro, se vogliamo un lavoro può darci solo un lavoro da schiavi, se vogliamo
uno Stato che funzioni, dobbiamo rinunciare a curarci, dobbiamo vivere in quartieri che cadono a
pezzi, nel fango e nella miseria.
Modernità per modernità
Noi operai non guardiamo al passato. Con tutta la loro civiltà ci scopriamo ancora più schiavi e più
poveri di prima. Tutto il passato di diritti costituzionali di riforma del lavoro ci ha portati ad un
Parlamento che per alzata di mano vota la libertà di licenziamento dell’ultimo schiavo ribelle. Noi
operai guardiamo alla modernità al futuro e sia la liberazione degli schiavi moderni degli operai del
lavoro salariato.
Una riorganizzazione
Noi proponiamo a tutti gli operai di riorganizzarsi su nuove basi, ormai è chiaro che nessuna ci
rappresenta socialmente e politicamente, senza la nostra organizzazione indipendente, siamo in
balia di Confindustria, del Parlamento, dei partiti dei borghesi, tutti pronti per uscire dalle crisi a
rafforzare e allargare la nostra schiavitù. Abbiamo bisogno di collegarci, fra gli operai che non si
sottomettono, che non si illudono più, fra gli operai ribelli, da questo collegamento può
ricominciare un reale movimento di ripresa della lotta operaia e la nascita finalmente di un loro
partito.
Per contatti e collegamenti info@operaicontro.it
Aslo - Operai Contro via G. Matteotti 496 – 20099 Sesto San Giovanni (Mi)
Associazione per la Liberazione degli Operai



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