domenica 17 agosto 2014

Avere un Cane- Amare un cane non è da tutti.

Avere un Cane- Amare un cane non è da tutti.


Amare un cane, fin dal primo momento può rivelarsi sia facile, sia più difficile di quanto si pensasse.
Accogliere un cane in casa non è da sottovalutare, non è un gesto che si fa pensandoci superficialmente, purtroppo accade più spesso di quando tutti noi immaginiamo. Tutto ciò che accade nelle famiglie che prendono un cane pensando a lui come se fosse un giocattolo, è comprarlo, stare con lui dalle due alle 4 settimane (non di più) e poi venderlo. Come se quel periodo di tempo che è trascorso dall’acquisto fosse di prova, come se potessero cambiarlo nel momento in cui la foga dei primi giorni inizia a svanire.
Vi faccio un esempio eclatante, uno dei più  diffusi:
– Per prima cosa, la persona a decidere di prendere un cane lo fa superficialmente, alzandosi una mattina dal letto con un unico pensiero “voglio un cane”; di ciò non ci sarebbe nulla di sbagliato, se non che non c’è la convinzione più totale, se non si sa nemmeno le cose basilari che andranno insegnate al cane, di quanto tempo un cucciolo impieghi per imparare a fare i bisogni in strada, e non in casa , delle responsabilità di cui una persona si addossa, nel momento in cui il cucciolo entra dalla soglia di casa. Non sa che un cane fa parte della famiglia anche nel momento in cui si va in vacanza, che lo si deve portare con sé, e quando questo non è possibile lasciarlo, seppur con dispiacere, ad un parente oppure in una pensione per cani.
- Il secondo punto. Dopo essersi svegliati con l’idea alla quale non si può dir di no “voglio un cane!”, si inizia a cercare il primo negozio di animali più vicino, si chiede al commesso (o commessa) il prezzo dei cani, con tanto di sgranamento degli occhi nel momento in cui il prezzo arriva, “è una batosta!” pensa il nuovo aspirante padrone “ma non fa nulla, lo prenderemo lo stesso.” decide infine.
E’ così, scientificamente provato. Coloro che hanno il capriccio improvviso di volere un cane scelgono un bellissimo cane di razza, e non un meticcio che non costa nulla, se non l’amore che gli donerai. Bhè, perché questo? (vi domanderete voi) Semplice, il nuovo aspirante padrone vuole un cane di razza perché l’ha visti in tv, perché vuole vantarsi di avere un cane con pedigree e non un “bastardino”.
- Terzo punto. Si paga il cane, con un tuffo al cuore, e con MILLE ripensamenti, e lo si porta a casa con gli occhi a cuoricino. Inizialmente è tutto bellissimo, o almeno per le prime ore. Si gioca con lui, lo si guarda correre per casa, mangiucchiare il legno dei mobili, ma ovviamente è cuccioli e lo può fare, sarà tutto bellissimo finché al cane non scapperà la pipì o la pupù, ed ovviamente la farà sul paquet pagato un rene al metro quadro. L’aspirante padrone, in quel momento, avrà la realtà spiaccicata davanti al viso. Ma, ovviamente, penserà che basterà portarlo più volte al giorno a fare una passeggiata ed il tutto sarà un ricordo. Il che è vero, se non fosse che il cane per abituarsi a fare i bisogni in strada, e non più sul pavimento di rovere arrivato direttamente dalla foresta Amazzonica, ha i suoi tempi. Non un battito di ciglia, non una settimana, non un mese. Di più. Un cane più impiegare dalle 3 alle 6-7 settimane ad imparare il collegamento “strada- pupù/pipì”, ovviamente ci sono i cani che ci impiegano due settimane come quelli che ce ne impiegano 10. L’importante è essere costanti e sgridare il cane (sgridare non picchiare) quando lo si coglie in quel preciso momento.
- Punto Quattro. Passano due settimane, il cane ha mangiucchiato sei pantofole, l’armadietto nel salone, sfibrato un tappeto e altri piccoli “servizi” che un cane fa. E  SOPRATTUTTO NON HA ANCORA IMPARATO CHE I BISOGNI SI FANNO IN STRADA! L’aspirante padrone (che adesso è diventato padrone vero e proprio) si sente avvilito, pensa e ripensa che questo che ha fatto sia un errore, pensa alle imminenti vacanze e non vuole avere un quattro zampe tra i piedi in spiaggia, pensa che la pensione per cani costa troppo, e che, infine, questo cane “è proprio scemo! Due settimane ed ancora non impara che il parquet-di-rovere-pagato-un-capitale non è il giardino o l’asfalto messo rozzamente in strada”. Il padrone a questo punto mette in posa il cane, gli scatta una foto, in modo tale che si veda tutta la sua bellezza, accende il pc e scrive un annuncio: VENDESI CANE DI RAZZA CON PEDIGREE.
-Punto cinque. Arrivano le prime telefonate per il cane, lo vogliono in tanti, ma nessuno lo prende. Trascorrono altre due settimane ed infine l’accordo avviene. Il cane è venduto, il parquet e le vacanze salve e non ci sarà quell’odore acre di pipì mischiata a disinfettanti in casa. Il padrone diventa nuovamente una persona normale, salvo pensare qualche volta, quando vedrà il mobiletto del salone mangiucchiato e penserà a quella peste che ha abitato in quella casa per quasi un mese, ma quel pensiero durerà circa 0,oo1 secondo, prima di ritornare ai programmi della propria vita.
Ma il cane? Lui cosa ne pensa?
Le persone che decidono improvvisamente di prendere un cane, e poi di venderlo nello stesso modo, non pensano realmente ai danni che causano nel cucciolo. Lui rimarrà traumatizzato, lui ricorderà (a suo modo) quella famiglia che lo ha amato per quasi un mese, lui in quel mese si è affezionato a quelle persone che sono stati la causa di tanto dolore. Il cane si ritroverà improvvisamente in un’altra casa, con altre persone, dovrà relazionarsi e ricominciare daccapo tutto il percorso che porterà alla fiducia e all’amore verso i propri padroni e conviventi.
Un cane, tantissime volte, viene idealizzato come un oggetto tenero e dolce, e non un essere vivente che ha bisogno dei suoi spazi, che ha bisogno di tutto ciò che di cui avrebbe bisogno un neonato. Attenzioni, pazienza, ma soprattutto amore. Non si decide di prendere un cane per capriccio.  Un cane è un essere umano, non dimenticarlo mai.
Piccolo accorgimento: se hai pensato anche tu a prendere un cane, senza pensare nemmeno un momento alle responsabilità, fermati un attimo, pensa a tutto ciò che è stato scritto in questa “guida” in cui mi sono anche divertita usando qualche espressione umoristica, ma che sarebbe stata completamente fuori luogo se avessi deciso di parlarne seriamente. Un cane, ribadisco, non è un oggetto inanimato.

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